Il Ritmo della Tanzania: Safari in Africa durante la grande migrazione.

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Silvia Amadori

I profumi della natura, la luce limpidissima diversa in ogni minuto del giorno, i sapori speziati della cucina locale, la ruvidezza delle tende dei lodge che ho sempre lasciato aperte per vedere la savana in ogni momento.

Qual è il ritmo, il suono di questa terra?

Il silenzio dei cieli infiniti punteggiati di nuvole bianche, la risacca morbida dell’erba gialla del Serengeti, il vento fra le acacie gigantesche del Tarangire, il sussurro della polvere rossa nello Ngoro Ngoro, la pace maestosa del Kilimanjaro che ti osserva dall’alto, i muggiti concatenati delle mandrie infinite di gnu e zebre

Tutto quello che ho sentito in questo viaggio in Tanzania l’ho percepito anche con tutti gli altri sensi: i profumi della natura, la luce limpidissima diversa in ogni minuto del giorno, i sapori speziati della cucina locale, la ruvidezza delle tende dei lodge che ho sempre lasciato aperte per vedere la savana in ogni momento.

E’ un grande viaggio nello spazio, nella profondità dell’emozione di essere umanità immersa in un luogo che non è nostro e non dovrebbe mai iniziare ad esserlo, nel tempo enormemente inconcepibile della natura che qui ha plasmato i nostri antenati milioni di anni fa.

I parchi si susseguono uno dopo l’altro in un crescendo di colori e di emozioni: dal Tarangire National Park dove enormi baobab si alternato a branchi di altrettanto grandi elefanti, al verdissimo Lake Manyara i cui sentieri sono immersi fra le foglie dei mogani nidi di falchi ed aquile e delle acacie preferite come pranzo dalle giraffe, fino a salire sul bordo del cratere dello Ngoro Ngoro da cui si vede la pianura circolare puntellata di leoni, elefanti, bufali, gnu e zebre, per arrivare finalmente al Serengheti National Park dove piano piano gli alberi cedono il passo al panorama piatto di erba alta in cui corrono i ghepardi.

La grande migrazione, che si sposta durante tutto l’anno fra questi parchi del nord della Tanzania ed il sud del Kenya con cui confinano, è una immersione ancora più in profondità in questa natura: migliaia di gnu che sollevano la polvere con i loro zoccoli, migliaia di zebre, a coppie con la testa dell’una poggiata sull’avvallatura della schiena dell’altra.

Concludo con alcune citazioni, che trovo siano davvero calzanti ed evocative, di quello che si prova durante un viaggio in questi meravigliosi luoghi. Arrivederci Africa!

Silvia

Una sola cosa allora volevo: tornare in Africa. Non l’avevo ancora lasciata, ma ogni volta che mi svegliavo, di notte, tendevo l’orecchio, pervaso di nostalgia.
Ernest Hemingway

Il respiro del panorama era immenso. Ogni cosa dava un senso di grandezza, di libertà, di nobiltà suprema…Lassù si respirava bene, si sorbiva coraggio di vita e leggerezza di cuore. Ci si svegliava la mattina, sugli altipiani, e si pensava: “Eccomi qui, è questo il mio posto”.
Karen Blixen

L’Africa incarna i nostri bisogni insoddisfatti, il nostro bisogno di avere la terra sotto le scarpe al posto dell’asfalto
Marco Aime

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