Islanda, paesaggi da amare

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Caterina Maroni

Pochi giorni a disposizione per scoprire la parte sud d’Islanda: cascate, geysir, ghiacciai e scogliere maestose. La nostra Caterina ci racconta il suo viaggio…

L’ Islanda ci racconta di paesaggi sconfinati dove convivono ghiaccio e fuoco. Pace per la mente, gioia per il cuore. Un viaggio dal quale sono rientrata con il desiderio di tornare per vederla ancora, e ancora…

E’ il mio primo viaggio in Islanda, mi aspetto grandiosi paesaggi e sono pronta ad un meteo “ballerino”. E’ infatti fondamentale partire con il giusto equipaggiamento in tutte le stagioni, anche per un turista che non si appresta a fare escursioni di estrema avventura. A maggio può fare ancora freddo, con massime di 8/10 gradi. Il classico abbigliamento a strati è l’opzione più intelligente. A mio avviso necessari scarpe da trekking, giacca antivento/antipioggia, maglia termica/pile, pantaloni da escursione oppure sovrapantaloni impermeabili da indossare all’occorrenza sopra i jeans, scaldacollo, guanti e berretta calda.

Il meteo può cambiare rapidamente, le nuvole lasciano in fretta spazio al sole e viceversa, ma questa estrema variabilità va considerata dalla giusta prospettiva: ogni paesaggio cambia e assume un fascino particolare a seconda della luce e della stagione.

Difficile abituarsi alle tante ore di luce, un fenomeno per noi strano quanto affascinante: a fine maggio il sole sorge alle 3.30 e tramonta intorno alle 23 (tenendo come riferimento la zona di Reykiavik), quindi non si trova mai completamente buio. 

Tanti i vulcani presenti in Islanda, hanno diverse forme, non necessariamente quella conica tipica dei vulcani da noi conosciuti. Spesso si trovano infatti sotto i ghiacciai, a volte sono faglie o spaccature nel terreno.

Giorgio, la nostra guida inizia a raccontarci l’Islanda parlandoci delle 3 regole da tenere a mente quando ci si appresta a conoscere meglio questo Paese:

  1. in Islanda tutto è di origine vulcanica
  2. tutto è soggetto all’ azione erosiva della grande glaciazione
  3. tutto è fortemente soggetto agli elementi 

Iniziamo con il mio itinerario day-by-day attraverso il sud d’Islanda.

1° giorno: REYKJAVIK – THINGVELLIR – GULFOSS – GEYSIR – SELJALANDFOSS e GLJUFURARFOSS

(Siamo a Reykjavik dalla sera precedente, arrivati con un volo Icelandair proveniente da Copenaghen).

La mattina siamo pronti per una giornata intensa! Il bus da Reykjavik si dirige verso la caratteristica area dell’ Anello d’Oro, imperdibile per chi si appresta per la prima volta a visitare l’Islanda, facilmente raggiungibile dalla Capitale, che racchiude imperdibili tappe di interesse paesaggistico e storico.

La prima sosta è Thingvellir a circa 45 km a nord est dalla Capitale, sede del più antico Parlamento del mondo. Non fatevi ingannare però, non troverete nessun edificio storico a testimonianza, bensì un’area naturalistica estremamente interessante dal punto di vista storico e naturalistico-geologico. Qui la fenditura di Almannagja dimostra, come nessun altro posto in Islanda, la frattura geologica tra Nord America e Europa, e forma un vero e proprio canyon in questa area. L’anfiteatro naturale che si è creato qui e la fenditura fra le faglie, rappresentavano il posto ideale per le attività degli antichi legislatori vichinghi, grazie anche all’acustica eccezionale: dal 930 si ritrovavano qui per legiferare circa una volta all’anno.

Il viaggio prosegue verso Gulfoss, letteralmente “Cascata d’Oro” da molti considerata una delle più belle d’Islanda. Difficile non lasciarsi impressionare da questo maestoso capolavoro della natura, e dalla potenza che sprigiona.

Riprendiamo il bus alla volta di Geysir, che si trova a circa 10 km. L’aspettativa è alta per questo fenomeno naturale per noi misterioso e raro. Qui troviamo Stokkur un Geysir attivo che erutta un getto fino a 20 metri, periodicamente ogni 5/8 minuti circa. A fianco il fratello maggiore” Grande Geysir”, un tempo emanava un getto fino ad 80 metri, ma  purtroppo ha cessato la sua attività quasi completamente si pensa a causa del continuo gettare di pietre all’interno da parte dei turisti. Questo Geysir ha dato universalmente il nome al fenomeno in tutto il mondo, poi modificato in “Geyser”. E’ uno spettacolo affascinante e magnetico; sarei rimasta ore ad osservare il lieve e rapido movimento che si crea nella pozza d’acqua poco prima dell’eruzione, poi la bolla d’acqua turchese che si gonfia per trasformarsi infine in un getto potente e sorprendente. Ci ha lasciati a bocca aperta!

Il tour prosegue con una vera e propria “visione” dal nostro bus: la cascata Seljalandsfoss è splendida ed è ben visibile anche dalla strada principale.  Abbiamo fatto una passeggiata dietro la cascata a ridosso della roccia, godendo così di un altro punto di vista rispetto quello frontale. Il sole ci ha regalato anche vari arcobaleni che hanno attraversato la cascata durante la  nostra sosta.

A due passi a piedi la cascata minore Gljúfurárfoss: è molto meno conosciuta ma ci ha regalato grandi emozioni perchè, seppur meno spettacolare della sorella maggiore è di certo più particolare e a mio avviso affascinante. Ci si arriva attraversando un piccolo canyon nascosto, guadando il torrente con l’aiuto di alcuni sassi che affiorano: l’acqua è molto bassa ma ovviamente è gelida! Dopo il guado si raggiunge una grande roccia piatta dal quale si gode dello spettacolo della cascata che cade vicinissima a noi (ci si inumidisce un pò, ma ne vale la pena! – vedi alla voce giusto equipaggiamento-).

In questa giornata abbiamo fatto il pieno di emozioni complice anche il meteo che ci ha regalato momenti alternati di sole e fotogeniche nuvole.

A breve distanza ci aspetta quello che sarà il nostro alloggio per due notti: Drangshlid. E’ una ex fattoria trasformata in Guesthouse, semplice negli arredi, essenziale ma funzionale e con una buona cucina “campagnola”. E’ in mezzo alla campagna dove regna la pace e il silenzio.

Nota sulla cucina locale: in Islanda si mangia tanto pesce, in particolare salmone e merluzzo, e l’immancabile carne di agnello che qui cucinano in vari modi. Uno dei piatti tipici è la Kjötsúpa, una tipica zuppa di agnello e verdure servita come piatto unico. Altra tipicità islandese è lo Skyr, un formaggio cremoso di latte vaccino la cui prima produzione risale a più di mille anni fa. Viene consumato principalmente come yogurt da abbinare a frutta, cereali e frutta secca ed è consigliato dai nutrizionisti per l’alto contenuto proteico.

2° giorno: SKOGAR – SKOGAFOSS – PARCO NAZIONALE SKATAFELL – LAGUNA GLACIALE di JOKURSARLON – SKOGAR

Si inizia la giornata con la cascata di Skogafoss (a pochi minuti dalla nostra Guesthouse) che appare all’improvviso dai finestrini del bus; è una delle cascate più famose d’Islanda, l’acqua qui fa un salto di 60 metri, il getto è imponente anche vista da lontano. Ci fermiamo per una passeggiata e qualche immancabile scatto e mi rendo conto di come l’acqua sia davvero uno degli elementi più forti e tangibili in Islanda: è ovunque in ogni sua forma.

Proseguiamo il nostro itinerario: oggi la figura dell’imponente ghiacciaio Vatnajokull, il quarto al mondo per estensione, (è grande quasi quanto la regione Umbria) ci accompagnerà per buona parte della giornata. Durante il trasferimento fino al parco nazionale di Skaftafell attraversiamo la distesa lavica più vasta al mondo. Non immaginavo che l’Islanda, un paese relativamente piccolo, contiene 1/3 della lava presente al mondo. E’ meraviglioso osservare come la superficie cambi con la luce, infatti è ricoperta di muschio che è cresciuto sfruttando i minerali della lava come fertilizzante e l’umidità come idratante, permettendo così lo sviluppo di altre forme di vegetazione. Un tappeto di velluto verde, che cambia tonalità a seconda della luce che il cielo offre. Uno spettacolo meraviglioso e unico al mondo. E’ incredibile constatare come in Islanda si trovino una miriade di fenomeni naturali racchiusi in un solo Paese.

Proseguiamo per il parco nazionale di Skatafell dove ci aspetta una breve passeggiata attraverso un facile sentiero fino ad una delle lingue del ghiacciaio. Torniamo sul bus per raggiungere la laguna glaciale di Jokursarlon, dove ci aspetta un mezzo anfibio per la navigazione all’interno della laguna. La guida ci racconta di questa “giovane” laguna (esiste solo da 86 anni)  in continuo mutamento, generata dallo scioglimento dei ghiacci del Vatnajökull. Crea un paesaggio surreale con sfumature uniche che lo rendono, secondo molti, uno dei luoghi più affascinanti in Islanda. Qui moltissimi iceberg galleggiano e si spostano continuamente all’interno della laguna, le sfumature vanno dal bianco al nero passando per l’acquamarina. Non fatevi ingannare dalle sfumature scure di alcuni iceberg: non si tratta di sporco, bensì dell’azione dello sfregamento del ghiaccio contro la roccia lavica e i vari minerali. Uno spettacolo da lasciare senza fiato, la navigazione permette di arrivare davvero vicini a questi giganti di ghiaccio. L’alternativa è una passeggiata sulla spiaggia o sul vicino promontorio per una prospettiva dall’alto. Prima di rientrare una breve sosta per una pittoresca passeggiata a “Diamond Beach” un nome recentemente diffuso attraverso i social network: si tratta di una spiaggia nera con decine e decine di formazioni di ghiaccio a riva bagnate dalle onde: ricordano davvero dei grossi diamanti dalle mille sfaccettature che riflettono la luce.

Rientriamo a Skogar per il pernottamento. Anche i trasferimenti in bus qui sono interessanti: si scorgono cascate, greggi di pecore, mandrie di cavalli, spiagge e scogliere, ghiacciai…..gli occhi si perdono in questo continuo spettacolo della natura.

3° giorno: SKOGAR – DYRHOLAEY – REYNISFJARA – REYKJAVIK

Iniziamo il nostro viaggio di rientro verso la capitale con una prima sosta al promontorio di Dyrhólaey, dominato da un faro. Questo tratto di costa è particolarmente “fotogenico” ed interessante. Raggiungiamo in bus la parte alta attraverso una strada sterrata (il bus che ci trasporta è adatto a questo genere di percorsi). Dall’alto del promontorio si gode di una vista spettacolare sulla costa dominata dall’ enorme arco naturale di roccia sul mare. Scendiamo a piedi attraverso la scogliera con una passeggiata stupenda, accompagnati da un meraviglioso sole. Qui si che si respira aria pura! Ai piedi del promontorio raggiungiamo il bus che poi ci accompagna alla vicina spiaggia di Reynisfjara, conosciuta anche come “Black Sand Beach”, una spiaggia scura come tutta la costa circostante. Le onde qui non scherzano, numerose infatti le segnalazioni di pericolo. Tuttavia la passeggiata in spiaggia è da non perdere (con le dovute cautele). Qui ci incantano le scenografiche colonne basaltiche in cui si aprono misteriose grotte dove da giugno nidificano le pulcinelle di mare, un uccello molto comune qui, diventato il simbolo dell’Islanda. Le specie di uccelli abbondano in questo Paese, che è infatti considerato un paradiso per il birdwatching.

Proseguiamo per Reykjavik dove ci aspetta un’escursione in mare aperto per l’avvistamento delle balene. 3 ore di navigazione ma non siamo stati fortunati, il mare era parecchio mosso e non ne abbiamo avvistata nemmeno una. Ci sono diversi punti in Islanda per l’avvistamento di questi cetacei, uno dei più famosi e spettacolari è Akureyri a nord dell’Isola.

4° giorno: REYKJAVIK – MILANO

Prima del volo di rientro abbiamo a disposizione qualche ora per scoprire questa piccola città, la capitale Europea più a nord e la più piccola. Qui si sta costruendo tanto, ci sono cantieri aperti un pò ovunque, il fermento è tangibile. E’ una città festaiola e vivace soprattutto la sera, tanti i bar e i negozietti interessanti. Per visitare la città una passeggiata di una mezza giornata è sufficiente, essendo molto raccolta. Percorriamo il centro attraverso le pittoresche casette colorate, tra la chiesa bianca di Hallgrímskirkja (si può salire sul campanile di 75 metri per godere di una vista panoramica sulla città), il laghetto su cui si affaccia il moderno Comune (in inverno diventa uno specchio ghiacciato su cui si pattina) ed il Vecchio Porto, un tempo rifugio per barche e pescatori, oggi brulicante di ristoranti alla moda, bar e operatori marittimi.

Il mio viaggio finisce qui, abbiamo concentrato il meglio del Sud d’Islanda in pochi giorni; ritorno a casa con la voglia di scoprire il nord del Paese e i fiordi occidentali di cui ho sentito meravigliosi racconti di terre ancora più selvagge ma con tanto da offrire.

La destinazione, a differenza di quanto si possa pensare, è adatta durante tutto l’anno. Diversi sono i tour invernali proposti, solitamente con formule brevi da mercoledi a domenica. Tutte le stagioni sono affascinanti, tutto muta con la luce e con i vari fenomeni meteorologici che si susseguono. L’Islanda dà il meglio di sè durante il lungo inverno quando il calore naturale di quest’isola vulcanica e la corrente del golfo mitigano il Paese, dando vita ad una serie di incredibili contrasti naturali e metereologici. Un viaggio perfetto per chi ha già visitato l’Islanda in primavera o in estate, per innamorarsi nuovamente di questa terra sotto un altro punto di vista, tenendo conto che le ore di luce in inverno sono ridotte (dalle 10 alle 16 a gennaio per esempio). E con un pò di fortuna, l’imprevedibile meraviglioso spettacolo delle Aurore Boreali apparirà in cielo lasciandovi a bocca aperta!

Arrivederci meravigliosa Islanda, spero a presto . . . . 

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