Per primi in Arabia Saudita!

filippo.jpg
Filippo
Un viaggio esclusivo in un paese da poco aperto al turismo internazionale

Il principe Mohammed figlio di Salman sta portando l’Arabia Saudita a diventare una nuova frontiera per il Turismo.

Nominato erede al trono e Ministro degli interni nel 2016 il Principe ha presentato Vision 2030: un progetto ambiziosissimo in tutti i settori per far giungere alla ribalta questo paese; per i curiosi esiste il sito Vision 2030 dove viene spiegato tutto ciò che prevede questo progetto.

Sull’onda di questo rinnovamento è arrivato anche il visto turistico. Prima del 1 Ottobre 2019 non si poteva entrare per turismo in questo paese ma solo per lavoro.

I due anni di pandemia che sono succeduti all’entrata in vigore del visto turistico hanno fatto si che ancora siano pochissime le persone che sono andate a visitare il paese.

Il paese non è ancora organizzato: ci sono molti alberghi dedicati al business e ancora pochissimi alberghi pensati solo per il divertimento e la vacanza, poche persone parlano inglese e comunicare anche solo con un taxista è complicato.

Ci sarà tanto personale da formare o da reclutare all’estero per poter sviluppare l’industria turistica.

La costa del Mar Rosso (di fronte a Sharm el Sheikh) e composta da 28mila km quadrati e un arcipelago di 90 isole e potrà diventare una nuova frontiera per il turismo balneare.

Ci sono 6 siti Unesco e altri candidati. Ancora è però vietato ai non musulmani visitare le città di Mecca e Medina, le bevande alcoliche sono vietate ovunque, anche negli hotels frequentati da stranieri.

Io ho avuto il piacere di visitare la capitale Riyadh, città molto caotica da 8 milioni di abitanti.

La cosa che mi ha stupito di più e che se chiedi alle persone che cosa c’è di interessante da vedere in città come turista, non ti sanno rispondere e se mostri quello che hai visto sulla tua guida, spesso non lo conoscono.

In questo periodo di settembre abbiamo trovato un clima infuocato con 44/46 gradi e non scendeva sotto i 38 neppure a tarda notte, con un’umidità sotto al 10% che ti prosciuga… bevi tantissimo ma non versi una goccia di sudore!

Abbiamo visitato Al Masmak, una vecchia fortezza ristrutturata e allestita a museo della città, il Souq Al Zal dove ho visto un interessantissimo mercato all’asta di cianfrusaglie. Tanti uomini seduti in cerchio, dove uno alla volta entrano i venditori,  aprono il fagotto e mostrno gli articoli, il banditore fa una brevissima ispezione e parte con la base d’asta incitando il pubblico a rilanciare.

Vicino a questo mercato è in costruzione una nuova sede dello stesso. Nuova ma ricostruita come se fosse un vecchio villaggio di paglia e fango dove troveranno posto, fra qualche tempo, centinaia di negozietti e ristorantini.

Abbiamo poi cercato di visitare Diriyah antica capitale del primo Stato Saudita,

un tempo era un crocevia di pellegrini e commercianti, città interamente costruita con l’edilizia tradizionale fatta di fango, legni, foglie e sassi.

Si trova nella periferia di Riyadh ma purtroppo abbiamo trovato chiuso con migliaia di persone al lavoro per ristrutturare e poter riaprire al turismo, ci hanno fatto dare una sbirciatina ma nulla di più.

Un must da vedere è lo Sky Bridge questo ponte di vetro che collega le due punte della Kingodom Tower. Sospesi a 300 metri di altezza si gode di un panorama molto bello. Suggerisco di andare una mezzoretta prima del tramonto per vedere tutto con la luce del sole e poi tutto illuminato poco dopo.

In seguito abbiamo visitato alcuni centri commerciali: ce ne sono tanti e stracolmi di merce, tutti i marchi del lusso più sfrenato hanno in città centinai di negozi.

Abbiamo poi visitato un posto che si chiama Boulevard Riyadh. Si tratta di un immenso centro commerciale all’aperto pieno di ristoranti, attrazioni varie e giochi tipo quelli del luna park, ma anche go kart, scivoli enormi, bowling etc.. Un posto fantastico per le famiglie. Tutto pieno di luci e megaschermi al led che lanciano di continuo pubblicità e canzoni. Eravamo in 3, non abbiamo visto nessun altro occidentale e i ragazzi ci avvicinavano curiosi chiedendo la nostra nazionalità o per fare una foto o stringerci la mano.

Questi centri commerciali durante il giorno sono deserti e si animano un pochino la sera, ma l’impressione generale che i locali non escano molto, o non sono ancora molti quelli che escono.

Probabilmente anche per loro è un po’ tutto nuovo. Ve considerato che fino al 2018 le donne non potevano neppure guidare, adesso sfiorano il 35% degli occupati. E’ stato abolito l’obbligo del velo, e sono state abbattute tutte le barriere architettoniche che separavano gli uomini dalle donne negli edifici pubblici. Prima le ragazze potevano uscire solo se accompagnate da un famigliare mentre adesso si possono sedere liberamente in un ristorante con un amico.

La polizia religiosa, oggi depotenziata completamente, controllava che tutti i precetti fossero rispettati.

L’impressione è che Vision 2030 abbia regalato ai giovani (che sono tantissimi) una libertà che le generazioni precedenti non potevano nemmeno immaginare, anche solo quella di andare al cinema, ascoltare la musica e ballare, un conto però è quello che si può fare (la legge è stata modificata in un giorno), mentre altra cosa sono gli usi e i costumi che sono un po’ più lenti a recepire le modifiche.

Per concludere il racconto, l’ultima escursione paesaggistica è stata la ciliegina sulla torta. Abbiamo fatto un percorso di 100 km con potenti SUV 4×4 che ci ha portato fuori città nel deserto roccioso a vedere un posto incantato.

Si chiama Jebel Fihrayn, più noto come The Edge of The World, una delle destinazioni turistiche più popolari nei dintorni di Riyadh, ha preso il soprannome dalla vista ininterrotta dell’orizzonte che offre la cima delle sue scogliere alte 300 metri, che si affacciano sulla pianura circostante. Fa parte della scarpata Tuwaiq, molto più lunga, e scende per circa 300 metri in un antico fondale oceanico. Dalla cima delle scogliere, si vedono fiumi secchi che si snodano attraverso la terra e potresti persino vedere cammelli che si muovono molto più in basso: un’antica via carovaniera un tempo passava attraverso questi terreni.

Qui abbiamo finalmente incontrato altri 4 turisti, i primi, come noi!

Vedi altri diari di viaggio

Cerchi ispirazione?

Rimani aggiornato sulle nuove proposte.