Welcome back in Sudafrica: Tour con Drifter

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Marina Raffaelli

Un itinerario da Johannesburg attraverso la regione del Mpumalanga, fino al Kruger National Park a bordo di un truck.

Il mal d’Africa è incurabile, se non con un’unica terapia: tornarci il prima possibile.

7 giorni di safari a bordo del Drifter: un camion trasformato in un comodo e spazioso bus, da condividere con 13 affiatati compagni di viaggio. 5 notti in Lodge e 2 notti in tenda, condividendo l’allestimento dei nostri posti letto, la cucina e le spensierate serate intorno al fuoco con una birra, disconnessi dai nostri telefoni cellullari ma in piena sintonia con l’universo.

All’arrivo all’aeroporto di Johannesburg ci aspetta Rickus, il Ranger che ho già avuto il piacere di conoscere 2 anni fa in occasione di un meraviglioso Safari in BOTSWANA. Lo ritrovo molto volentieri per questa nuova esperienza in Sudafrica.

Attraversando scenari inaspettati di montagne, canyon, fiumi e foreste, a bordo del Drifter, veniamo condotti nell’area dei 5 BIG per vivere spettacolari giornate a stretto contatto con animali e natura incontaminata.

Conoscete i Big 5? Con questa espressione ci si riferisce ai grandi animali della savana africana, letteralmente “i grossi 5”: l’elefante, il leone, il leopardo, il rinoceronte e il bufalo.

La camminata nel bush a caccia di impronte ci regala l’avvistamento di regali giraffe, docili zebre ed impala curiosi di noi “animali a due zampe”. Le impronte del leone che la sera prima avevo sentito ruggire vicino alla tenda, ora sono sotto i miei piedi e l’enorme zampata dell’elefante visto dal finestrino del truck in confronto al mio piede è almeno 3 volte più grande.

Il Ranger ci regala interessanti racconti sulle popolazioni locali che in questa aera ci vivono da millenni e che hanno imparato a convivere e rispettare Madre Natura. Nella Savana si utilizza tutto, anche lo sterco secco degli impala, utile per accendere il fuoco. (Il Ranger ci ha insegnato a distingure quello degli esemplari maschi da quello delle femmine).

Non potrò mai dimenticare i cieli notturni stellati, la costellazione della Croce del Sud qui facilmente riconoscibile perchè è una delle più brillanti e caratteristiche del cielo australe ed infine il silenzio che ogni sera prima di addormentarmi mi accoglieva dolcemente tra le sue braccia.

A “Joburg“, come viene chiamata familiarmente Johannesburg, arriviamo dopo 5 notti in Savana e lo stordimento da traffico, ritorno alla connessione wi-fi e forti rumori ci fanno catapultare nella realtà. Qui arriviamo il giorno dopo il funerale della moglie di Nelson Mandela, Winnie. A Soweto c’ è ancora fermento e gente in pellegrinaggio davanti alla casa del fondatore di questo straordinario Paese.

Rivedo volentieri il Museo dedicato a Mandela e all’ Apartheid: anche questa volta mi sono commossa pensando alla storia di questo Paese così recente e violento, che spero sia veramente in “cammino verso la sua libertà” come cita il titolo del libro di Nelson Mandela qui affettuosamente chiamato “Madiba”.

Non c’è due senza tre! Tornerò presto, caro Rickus! Perché il mal d’ Africa è incurabile, se non con un’unica terapia: tornarci il prima possibile….

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